In questa sezione la MORCIANO INGEGNERIA dispone per Voi di una raccolta delle domande più comuni su determinati argomenti e delle relative risposte a tal modo aiutiamo in modo semplice e veloce gli utenti in difficoltà o coloro che hanno fretta di ottenere una risposta ad un loro quesito.
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Da chi può essere eseguita una diagnosi energetica?
Dal 19 luglio 2016, le diagnosi energetiche possono essere condotte da società di servizi energetici (Energy service Company, Esco), Esperti in Gestione dell’Energia (EGE) o auditor energetici, certificati da organismi accreditati.
In particolare le Esco devono essere certificate secondo la norma UNI CEI 11352 e gli energy manager secondo la norma UNI CEI 11339.
Quali sono le imprese energivore?
Si definiscono imprese energivore quelle imprese il cui consumo annuo di energia elettrica o di energia diversa dalla elettrica > kWh 2.400.000. Costo complessivo della energia non inferiore al 3% del fatturato.
Chi sono i soggetti obbligati ad effettuare una diagnosi energetica?
I soggetti obbligati ad effettuare una diagnosi energetica sono:
- Le Grandi Imprese ovvero le imprese che hanno più di 250 dipendenti oppure con fatturato annuo superiore a 50 milioni di € e un bilancio annuo superiore a 43 milioni di €;
- Le imprese energivore ovvero le imprese che beneficiano degli incentivi per gli energivori, di cui al decreto energivori D.M. 5 aprile 2013.
Quanto tempo vale una diagnosi energetica?
Le diagnosi eseguite precedentemente al 5/12/2015, hanno validità pari a 4 anni, a partire dalla data di redazione del rapporto di diagnosi energetica e possono essere validamente presentate, ai fini dell’adempimentodell’obbligo.
Se la data di scadenza della validità è antecedente al 5 dicembre 2015, occorre effettuare una nuova diagnosi.
Vi sono conseguenze per una impresa soggetta ad obbligo di diagnosi energetica che non effettua tale analisi?
Le imprese soggette all’obbligo che non eseguono la diagnosi energetica entro la scadenza fissata, sono soggette alla sanzione amministrativa pecuniaria, variabile da 4.000€ a 40.000€. La sanzione non esonera dall’effettuazione della diagnosi che deve comunque essere comunicata all’ENEA entro sei mesi dall’irrogazione della sanzione stessa.
Per quali edifici è necessario l’attestato di prestazione energetica (APE)?
La certificazione energetica si applica a tutte le categorie di edifici di cui all’articolo 3, del Decreto del Presidente della Repubblica 26 agosto 1993, n. 412, ossia:
– edifici adibiti a residenza e assimilabili (abitazioni adibite a residenza con carattere continuativo, quali abitazioni civili e rurali, collegi, conventi, case di pena, caserme, abitazioni adibite a residenza con occupazione saltuaria, quali case per vacanze, fine settimana e simili, edifici adibiti ad albergo, pensione ed attività similari);
– edifici adibiti a uffici e assimilabili: pubblici o privati, indipendenti o contigui a costruzioni adibite anche ad attività industriali o artigianali, purché siano da tali costruzioni scorporabili agli effetti dell’isolamento termico;
– edifici adibiti a ospedali, cliniche o case di cura e assimilabili ivi compresi quelli adibiti a ricovero o cura di minori o anziani nonché le strutture protette per l’assistenza ed il recupero dei tossico-dipendenti e di altri soggetti affidati a servizi sociali pubblici;
– edifici adibiti ad attività ricreative o di culto e assimilabili (quali cinema e teatri, sale di riunioni per congressi, mostre, musei e biblioteche, luoghi di culto, bar, ristoranti, sale da ballo);
– edifici adibiti ad attività commerciali e assimilabili: quali negozi, magazzini di vendita all’ingrosso o al minuto, supermercati, esposizioni;
– edifici adibiti ad attività sportive (piscine, saune e assimilabili, palestre e assimilabili, servizi di supporto alle attività sportive);
– edifici adibiti ad attività scolastiche a tutti i livelli e assimilabili;
– edifici adibiti ad attività industriali ed artigianali e assimilabili.
Quanto tempo vale un APE?
Secondo quanto disposto dai commi 2 e 3 dell’art.6 del DM 26/6/2015, l’attestato di prestazione energetica ha una validità massima di dieci anni, ma tale validità viene confermata solo se sono rispettate le prescrizioni normative vigenti per le operazioni di controllo di efficienza energetica, compreso le eventuali conseguenze di adeguamento, degli impianti di climatizzazione asserviti agli edifici. Nel caso di mancato rispetto delle predette disposizioni l’attestato di certificazione decade il 31 dicembre dell’anno successivo a quello in cui è prevista la prima scadenza non rispettata per le predette operazioni di controllo di efficienza energetica.
Dovendo effettuare degli interventi su un immobile il limite previsto di 30.000, 60.000 o 100.000 euro di detrazione deve intendersi per ciascun intervento o per ciascun richiedente?
Il limite massimo di detrazione è riferito all'unità immobiliare oggetto dell'intervento e sarà eventualmente suddiviso se esistono più possessori dell'immobile che partecipano alla spesa. Per gli interventi in un condominio l'ammontare massimo di detrazione deve intendersi riferito a ciascuna delle unità immobiliari che compongono l'edificio, eccezion fatta per gli interventi di riqualificazione globale ricadenti nell'ambito di applicazione del comma 344 per i quali il tetto massimo di detrazione è unico per tutto il condominio e dovrà essere ripartito tra tutti i condomini.
Dovendo effettuare la sostituzione di infissi in una abitazione, quale documentazione si deve preparare e quali sono le caratteristiche che devono avere le nuove finestre?
Nel caso di singole unità immobiliari come quella citata, occorrono solo due documenti:
1) Asseverazione di un tecnico abilitato, che specifichi il valore della trasmittanza termica degli infissi dismessi (eventualmente stimandola in base alle caratteristiche del profilato e della tipologia del vetro) e dei nuovi infissi assicurando il non superamento dei valori limite prescritti dal D.M. 26/1/10; questa asseverazione può essere sostituita da una certificazione del produttore della finestra con le stesse specifiche relative alla trasmittanza degli infissi vecchi e nuovi (documento da conservare).
2) Scheda informativa semplificata (o allegato F al "decreto edifici", da compilare a video, anche a cura dell'utente finale senza l'ausilio del tecnico, e da inviare all'ENEA via web). Ciò vale anche per le unità immobiliari a destinazione d'uso diversa da quella residenziale (aziende, uffici, attività commerciali e produttive) purché univocamente definite come singola unità. In tutti gli altri casi (lavori in parti comuni condominiali, aziendali, ecc.) occorrono ancora asseverazione (o certificazione del produttore), attestato di qualificazione energetica (allegato A) e scheda informativa (allegato E). L'unico requisito tecnico richiesto è il valore della trasmittanza termica delle finestre comprensive di infissi che deve rispondere ai valori in tabella 2 del D.M. 26/1/10.
In un impianto a pompa di calore deve essere sostituita l'unità esterna di condizionamento con un’altra più efficiente. Si può usufruire delle detrazioni fiscali ai sensi del comma 347 della legge finanziaria?
Il comma 5 dell’Art.1 del Testo Coordinato del “decreto edifici” definisce agevolabili ai sensi del comma 347, gli interventi di sostituzione integrale o parziale di impianti di climatizzazione invernale con impianti dotati di caldaie a condensazione, con impianti a pompa di calore ad alta efficienza e con impianti geotermici a bassa entalpia. Installato il nuovo generatore, com’è buona regola, per accedere alle detrazioni fiscali ai sensi di questo comma, la norma prescrive anche che debba necessariamente essere verificato e messo a punto il sistema di distribuzione. Quanto riportato sopra costituisce il disposto normativo. In assenza di una specifica definizione del termine “sostituzione parziale” dell’impianto, consultato al riguardo anche il MiSE, riteniamo che per usufruire di questi incentivi, al di là dei requisiti specifici che esso deve assicurare, diversi a seconda del tipo di impianto, l’intervento debba necessariamente comportare la sostituzione del generatore di calore e che possa poi eventualmente comprendere anche opere (di sostituzione o modifica) sulla rete di distribuzione, sui corpi di emissione e di controllo dell’intero impianto. Conseguentemente, qualora l’impianto a pompa di calore assolva alla climatizzazione invernale dell’appartamento e non costituisca integrazione all’impianto già esistente, poiché ciascuna unità esterna può essere assimilata al generatore di calore, è opinione ENEA che siano agevolabili ai sensi di questo comma anche quegli interventi “parziali” che consistono nella sua sola sostituzione.
Quale potenza deve avere una pompa di calore da installare in un appartamento?
Per scegliere la potenza di una Pompa di Calore vanno considerati diversi fattori: dimensioni dell’ambiente da riscaldare, tipo di isolamento, zona climatica, esposizione dell’appartamento, tipo di utilizzo PPC (riscaldamento / raffrescamento / acqua calda sanitaria).
Quanto costa installare una Pompa di Calore?
Il costo di un impianto con pompa di calore è fortemente variabile in funzione della potenza richiesta, delle dimensioni della casa e del livello di isolamento.
Quanto spazio occorre per installare un impianto fotovoltaico?
Mediamente per realizzare 1 kW di impianto fotovoltaico occorrono almeno 8 m2.
Quali sono i principali vantaggi di un impianto fotovoltaico?
I principali vantaggi degli impianti fotovoltaici sono:
– detrazioni fiscali per l’acquisto
– risparmio in bolletta (L’energia non viene prelevata dalla Rete, ma viene utilizzata quella prodotta dall’impianto fotovoltaico)
– scambio sul posto (è il meccanismo che permette di valorizzare economicamente l’energia prodotta dall’impianto fotovoltaico e non immediatamente consumata)
– assenza di qualsiasi tipo d’emissione inquinante. Il sole è una fonte inesauribile e pulita di energia
– durata pari a 25 anni
– brevi tempi di recupero del capitale investito (da 7 a 10 anni a seconda della zona geografica in cui viene installato l’impianto).
Quale è il giusto orientamento per un impianto solare?
Durante la progettazione dell’impianto fotovoltaico, bisogna tener conto dell’orientamento che consente un maggiore irraggiamento solare durante l’intera giornata, in modo da avere la massima produzione d’energia possibile.
Dato che i pannelli fotovoltaici sono più produttivi quando i raggi del sole sono perpendicolari alle loro superfici, l’orientamento sicuramente migliore è di circa 30 gradi verso Sud.
Nel caso che in direzione sud non sia possibile l’installazione è possibile variare leggermente l’orientamento dei pannelli; fino ad un massimo di 45° (sud-est e sud-ovest), la produzione annua subisce una riduzione abbastanza contenuta (1-3%).
Come si smaltiscono i pannelli di un impianto fotovoltaico al termine dell'attività?
Il GSE ha recentemente pubblicato istruzioni per lo smaltimento pannelli fotovoltaici.
Rifiuti provenienti da impianti fotovoltaici con potenza inferiore ai 10kWp: devono essere conferiti ai Centri di Raccolta. Lo smaltimento è per i proprietari di tali impianti gratuito.
Rifiuti provenienti da impianti fotovoltaici con potenza superiore ai 10kWp: devono essere conferiti ad un impianto di trattamento autorizzato identificato dalla normativa.
Quanto costa installare un impianto a biomassa?
È difficile quantificare il costo di un impianto a biomassa, data la vastità di tipologie di impianti possibili.
In linea di massima possiamo affermare che, seppur il costo di investimento iniziale rispetto alle caldaie tradizionali è più alto, il costo di esercizio e del rifornimento di combustibile è molto più basso e consente di ammortizzare in pochissimo tempo l’investimento iniziale.
Inoltre, nel caso in cui la stufa o caldaia a biomassa venisse installata in sostituzione della caldaia tradizionale si ha diritto alla detrazione fiscale per quota parte della spesa sostenuta.
Quali sono i vantaggi delle biomasse?
I vantaggi derivanti da un impianto di biomassa sono:
– risparmio energetico ed economico;
– produzione di energia da fonte rinnovabile;
– minori emissioni di gas-serra e minor inquinamento;
– riciclaggio economico dei rifiuti, con ricaduta positiva sull’impatto ambientale;
– possibilità di usufruire di incentivi.
Per far risparmiare il cliente sulla bolletta, la E.S.Co. si adopera nel trovare soluzioni migliorative per tutti quei passaggi che intercorrono tra l'approvvigionamento della fonte primaria e l'utilizzo dell'energia trasformata, e cioè:
- aumentando l'efficienza degli impianti di produzione già esistenti o sostituendoli con tecnologie più evolute;
- adottando accorgimenti tecnici che riducono gli sprechi e migliorano distribuzione e utilizzo dell'energia;
- sostituendo le fonti fossili con fonti rinnovabili.
Cosa si intende per cogenerazione?
Per cogenerazione si intende la produzione combinata e il consumo di energia elettrica e termica in uno stesso impianto. Quando l’energia termica viene utilizzata per produrre freddo il termine utilizzato è trigenerazione.
I sistemi a cogenerazione sono alimentati da un' unica fonte (fossile o rinnovabile), ma producono due diversi tipi di energia (elettrica e termica, appunto) in due cicli accumunati dal fatto che il primo “lavora” grazie agli “scarti” del secondo. Proprio perché “ricilca” l’energia nei due cicli, un sistema di cogenerazione ne disperde quantità minime e garantisce un alto rendimento energetico e, quindi, un consistente risparmio in bolletta.
É possibile accumulare l'energia prodotta da un impianto Fotovoltaico?
Si, ci sono fondamentalmente due modi per farlo. In ogni caso si utilizzano batterie o accumulatori che vengono caricati dall'impianto fotovoltaico quando l'energia prodotta è in eccesso rispetto al fabbisogno. Tale accumulo può avvenire sia in un contesto di impianto collegato in rete e già realizzato, oppure come sistema "ibrido" di impianto non collegato alla rete ma che gestisce in modo intelligente l'accumulo e la commutazione automatica verso il contatore esistente quando le batterie non sono in grado di erogare l'energia elettrica necessaria. L'ultima soluzione anche se dai costi più elevati è economicamente più vantaggiosa perché la corrente in eccesso non viene in parte accumulata ed immessa in rete ma solamente accumulata. Premesso che il costo del prelievo in rete (contatore) è superiore al compenso che lo stato fornisce, è facile capire che conviene accumulare tutta l'energia in eccesso per massimizzare il mancato prelievo dal contatore. Con la soluzione ibrida, se l'impianto viene opportunamente gestito e dimensionato, si stima una durata delle batterie attorno ai 5-6 anni.
Quanta superficie occupa un impianto fotovoltaico?
La superficie occupata è di circa 8m2 per KWp di potenza installata, quindi l'area occupata varia in base ai KWp installati.
Quali sono gli aspetti legati alla manutenzione di un impianto fotovoltaico? E come deve essere fatta?
Per quanto possa sembrare strano, l'impianto fotovoltaico ha una manutenzione bassissima. I moduli fotovoltaici, infatti, hanno una durata garantita di 25-30 anni se non di più. Tuttavia si deve programmare l'unico intervento più importante che è la sostituzione dell'inverter stimato ogni 10 anni. Altre attività sono l'ispezione visiva dei moduli (tenuta sulla copertura) e la loro pulizia.
Quanta energia produce un impianto fotovoltaico?
La produzione elettrica annua di un impianto fotovoltaico dipende da diversi fattori:
-radiazione solare incidente sul sito d’installazione;
-orientamento ed inclinazione della superficie dei moduli;
-assenza/presenza di ombreggiamenti;
-prestazioni tecniche dei componenti dell’impianto (moduli, inverter ed altre apparecchiature).
Prendendo come riferimento un impianto da 1 kW di potenza nominale, con orientamento ed inclinazione ottimali ed assenza di ombreggiamento, non dotato di dispositivo di “inseguimento” del sole, in Italia è possibile stimare le seguenti producibilità annue massime:
regioni settentrionali 1.000 – 1.100 kWh/anno
regioni centrali 1.200 – 1.300 kWh/anno
regioni meridionali 1.400 – 1.500 kWh/anno.
Come funziona una analisi termografica di un edificio?
Con una termocamera è possibile rendere visibile l’irradiazione termica che ogni elemento emette in funzione della propria temperatura. Volendo semplificare: infissi, serramenti o in genere i punti mal isolati appaiono più rossi essendo più caldi, invece si osservano punti ben isolati appaiono blu perché più freddi. Questo se si sta osservando dall’esterno discorso opposto se le immagini sono prese dall’interno (in realtà i colori sono dati per convenzione e possono variare a seconda delle necessità di indagine). I muri con isolamento non uniforme o con la presenza di ponti termici appaiono subito evidenti presentando colorazioni non uniformi che evidenziano proprio i vari difetti costruttivi, tuttavia la cosa più importante non è solo l’immagine termografica che si ottiene ma la sua interpretazione che può essere fatta solo da tecnici con notevole esperienza nel campo dell’architettura e delle costruzioni (ingegneri o architetti). La termografia all’infrarosso può essere proficuamente utilizzata anche per la ricerca e prevenzione dell’umidità, della formazione di condensa e muffe sui muri, con una fotocamera ad infrarosso dotata di sensore apposito dell’umidità relativa è possibile avere immediatamente i punti di rugiada delle pareti ove si formazione di condensa anche se non ancora visibile ad occhio nudo. Ad ogni immagine termografica con l’esperienza dei tecnici si possono prospettare le possibili cause di infiltrazioni d’acqua diffuse o perdite d’acqua da tubazioni.
La Termografia Edilizia è necessaria per la certificazione energetica di un edificio?
Si, la Termografia in Edilizia è necessaria specie quando si vogliono certificare energeticamente edifici di classe energetica elevata a partire già dalla classe energetica B infatti difetti di posa dell’isolamento termico, e i ponti termici possono avere un peso rilevante sulla reale classe energetica dell’edificio e con la termografia si possono analizzare dunque le dispersioni magari non correttamente contemplate nei progetti. La Termografia Edile è poi indispensabile come strumento propedeutico alla certificazione energetica in quando è necessario misurare direttamente in opera la trasmittanza delle pareti con il termo flussimetro o quando si vogliono misurare direttamente i reali ricambi d’aria con il blower-door test che fornisce un indice di tenuta alle infiltrazioni d’aria dell’edificio.